Una tecnica come il microneedling si presta bene a suggestioni d’effetto.
Le immagini parlano da sole: aghi sottilissimi che stimolano la pelle, attivando un processo profondo di autorigenerazione. Ma il segreto per ottenere un risultato vero, duraturo, risiede in quello che non si vede. “Il trattamento – spiega il Dr. Andrea Giuseppe Di Stefano – è solo metà dell’opera. Il resto lo fanno i prodotti utilizzati durante e subito dopo. E se non sono adatti, la pelle lo fa notare”.
Dermatologo esperto in cosmeceutica e tra i primi ad aver creduto nella teledermatologia, il Dr. Di Stefano lavora tra l’Italia e l’estero offrendo attente consulenze online con valutazioni personalizzate e consigli di beauty routine su misura.
“Chi si affida a noi cerca qualcosa che funzioni davvero. Spesso ha già provato decine di cosmetici senza ottenere nulla di soddisfacente. Per questo abbiamo voluto costruire un metodo che parte da una lettura corretta della pelle, per poi suggerire solo ciò che serve”.
Booster: quando la concentrazione fa la differenza
Il termine booster non va preso alla leggera. È entrato nel linguaggio comune, ma nel contesto del microneedling assume un significato ben preciso. Indica un siero ad alta concentrazione, sviluppato per essere applicato in un momento in cui la pelle è più ricettiva e vulnerabile. Dopo la stimolazione con i microaghi, infatti, la barriera cutanea viene temporaneamente indebolita, aprendo dei varchi che permettono ai principi attivi di penetrare meglio. Ma non tutto può attraversare questa porta.
“Serve precisione. Non possiamo pensare di far assorbire qualsiasi cosa. Il booster dev’essere sterile, ben formulato, con ingredienti noti alla medicina dermatologica e con un profilo di tollerabilità elevatissimo. Non è il momento per fragranze, conservanti aggressivi o mix da laboratorio improvvisato”.
Quando la pelle è pronta a ricevere
Durante una seduta di microneedling, si verifica una microlesione controllata. È questo stimolo a mettere in moto la produzione di nuovo collagene. Ma nello stesso tempo, la pelle si apre. È come se dicesse: “Ora puoi darmi quello che mi serve”. È qui che entra in gioco il siero booster. Non un idratante qualunque, ma una formula pensata per agire nel profondo.
Secondo il Dr. Di Stefano, un buon booster per microneedling dovrebbe contenere almeno un principio attivo ad azione mirata: acido ialuronico, niacinamide, pantenolo, peptidi biomimetici oppure estratti botanici funzionali. Non basta un’etichetta rassicurante. Servono dati, studi, garanzie. E serve anche buon senso.
“Se una paziente ha una pelle sottile, reattiva, con tendenza alla couperose, non le posso proporre un booster schiumogeno con quattro acidi e due retinoidi. Le propongo invece qualcosa di lenitivo, riparatore, che accompagni la stimolazione del microneedling senza forzature. Bisogna saper leggere le situazioni”.
DCderma booster: cosa contiene e perché è stato pensato così
All’interno della linea DCderma, il siero booster nasce proprio per essere compatibile con il trattamento di microneedling professionale. La formula si distingue per l’utilizzo combinato di attivi biotecnologici e vegetali: acido ialuronico a più pesi molecolari, niacinamide, pantenolo, estratto di fico d’India, cappero, foglia di ulivo e arancio dolce.
Il Dr. Di Stefano ha voluto lavorare su una texture leggera, senza siliconi né sostanze occlusive, in grado di veicolare rapidamente i principi attivi e dare un effetto immediato di comfort. “Il nostro booster è stato studiato in modo che possa essere utilizzato durante e subito dopo la seduta, anche su pelle stressata. Non pizzica, non brucia, non occlude. Rinfresca e stimola, con un effetto che si vede già dopo le prime applicazioni”.
Il valore dei principi attivi mediterranei
Negli ultimi anni, molti brand italiani hanno iniziato a investire su ingredienti botanici tipici del bacino mediterraneo: una riscoperta intelligente di materie prime ricche di proprietà dermofunzionali.
Il fico d’India siciliano, ad esempio, viene utilizzato da Sikelia Ceutical in formule fermentate che ne potenziano l’efficacia lenitiva e antiossidante. La foglia d’ulivo, base di numerosi booster Skinsaine, svolge una funzione purificante e sebonormalizzante, utile in caso di pori dilatati e pelle impura.
L’estratto di cappero, utilizzato in combinazioni antinfiammatorie, si rivela adatto alla cute sensibile o soggetta a dermatiti. E infine l’arancio dolce, impiegato anche nei sieri bioattivi di La Saponaria, contribuisce a illuminare e rinvigorire l’incarnato.
Booster e microneedling: quale scegliere in base al tipo di pelle
Le esigenze cambiano. E cambiano anche le combinazioni consigliate. Per una pelle secca o disidratata, si predilige un booster con acido ialuronico, betaina o polisaccaridi. Se la problematica riguarda la grana della pelle o la presenza di impurità, la niacinamide e gli estratti d’ulivo si mostrano più efficaci. Le pelli stressate o soggette a irritazioni beneficiano invece dell’azione del pantenolo, dei polisaccaridi vegetali e di estratti mediterranei come fico d’India o cappero.
“L’errore più comune è pensare che un siero vada bene per tutti. Il booster non si sceglie in base all’età o alla moda. Si sceglie in base a ciò che la pelle racconta. Anche una semplice fotografia, se ben fatta, può fornire molti indizi. E da lì si parte”.
Sieri booster e formule
Il mercato dei sieri booster per microneedling si è evoluto, e con lui anche l’attenzione alla qualità delle formule. Alcuni brand italiani si sono mossi in direzione precisa, scegliendo di lavorare su ingredienti mirati, texture essenziali e attivi funzionali compatibili con le esigenze di una pelle appena trattata.
È in questo contesto – fatto di selezione attenta e uso consapevole – che si inserisce la proposta DCderma. Un siero booster pensato per agire nei protocolli dermatologici, compatibile con le esigenze di chi si sottopone a microneedling sotto supervisione clinica o estetica professionale.
“Il nostro booster non è pensato per piacere a tutti – precisa il Dr. Di Stefano – ma per rispondere a esigenze concrete. Dove c’è una pelle che ha appena subito una stimolazione, ci dev’essere una formula che sappia accompagnarla, rinforzarla e prepararla al cambiamento”.
Il risultato è un siero che agisce in profondità senza appesantire, ben tollerato anche su pelle sensibile e ideale per essere integrato in un protocollo personalizzato. Non solo durante la seduta, ma anche nei giorni successivi, quando la pelle continua a lavorare sotto traccia.
Skin coaching e consulenza dermatologica: il valore della guida
DCderma non propone solo prodotti. Propone un metodo. E in questo metodo, la consulenza dermatologica resta un punto fermo. Il Dr. Di Stefano, con la sua esperienza in teledermatologia, riesce a costruire protocolli precisi anche a distanza. Una foto, una breve anamnesi, qualche scambio: tutto ciò basta per delineare una routine su misura.
“L’errore più comune è il fai da te. Si guarda un video, si compra un dermaroller online, si applica un booster scelto a caso. La pelle reagisce male, e ci si ritrova a dover riparare i danni. Per questo insisto sempre sul concetto di percorso. Perché la skincare, se ben fatta, è una strada che porta risultati. Ma serve sapere da dove si parte”.